
In un precedente articolo è stata analizzata la serie tv Peaky Blinders, con la premessa che l’arte della cinematografia è oggi influente tanto quanto le altre forme d’arte e può quindi dare vita ai classici del futuro panorama culturale. Per proseguire con questo format, si può analizzare un’altra serie tv altrettanto significativa: parliamo di Mr Robot, ideata da Sam Esmail per USA Network.
La serie ha come protagonista Elliot Alderson, un giovane ingegnere informatico che lavora nell’ambito della cybersecurity. Elliot è affetto dal disturbo d’ansia sociale (sociofobia), ossia la paura di interagire con altre persone e trovarsi in determinati contesti sociali. Per questo motivo è un personaggio solitario e introverso, costantemente tormentato da paranoie e allucinazioni. Inoltre si rivolge spesso a un amico immaginario che sarebbe lo spettatore stesso. In privato Elliot è un hacker giustiziere, convinto che ogni persona nasconda un lato oscuro; per questo hackera chiunque conosca, che è per lui l’unico modo per stabilire un contatto con gli altri.
La sua vita cambia quando incontra Mr Robot, un personaggio misterioso che lo convince ad entrare nel gruppo di hacker anarchici chiamato fsociety. Elliot entra nel gruppo perché si sente profondamente disilluso nei confronti della società, nello specifico a causa delle ingiustizie e disuguaglianze generate dall’imperante sistema capitalistico. L’intento della fsociety è di cancellare i debiti delle persone attaccando il sistema bancario della E Corp (una multinazionale che controlla ogni settore dell’economia), in modo da creare una nuova società in cui tutti sono realmente uguali.
Risulta evidente l’ispirazione marxista di questo piano, il cui obiettivo coincide con l’emancipazione umana auspicata dal filosofo tedesco Karl Marx, ossia il raggiungimento di una democrazia sostanziale (concretamente in atto) e non solo formale. Anche per Marx questo è possibile solo attraverso una rivoluzione, ad opera del proletariato, cioè la classe sociale più oppressa, al fine di abbattere i fondamenti del capitalismo causanti disuguaglianza, come la divisione in classi e la proprietà privata.
La serie riprende il pensiero di Marx anche per quanto riguarda il concetto di alienazione. L’alienazione, per Marx, è la condizione dell’operaio salariato che, dovendo lavorare per il capitalista, risulta alienato rispetto alla sua attività, che non è libera, e al prodotto della sua attività, che non gli appartiene, finendo per alienarsi dalla sua essenza, che non prevede tale tipologia di lavoro monotono e costrittivo. Elliot, in modo simile, concepisce la società come un sistema in grado di “ingabbiare” le persone, le quali, per abitudine, seguono acriticamente le mode e le tendenze dominanti, prima tra tutte quella del consumismo. Egli disprezza questo fenomeno perché dà vita, appunto, a un processo di alienazione: la gente, acquistando oggetti di poco conto solo per seguire il culto del consumo, finisce per sottomettersi ai beni che acquista, i quali non sono realmente desiderati dalle persone bensì imposti da un’implicita norma sociale che indica di consumare.
Elliot però si spinge oltre, fornendo una causa psicologica per cui questo processo avviene. In un monologo presente nel primo episodio, afferma che la gente asseconda il sistema del consumismo perché vuole essere “sedata”: acquistando tutti questi beni, le persone si distraggono, evitano di pensare al malessere della società e ritengono così di vivere serenamente. Si tratta di una forma di divertissement, o stordimento di sé, concetto elaborato dal filosofo francese Blaise Pascal. In sostanza, il consumismo, distraendo la gente dai problemi e appagando i suoi desideri, agisce come un oppiaceo, che è lo stesso pensiero di Marx riguardante la religione, concepita come “oppio dei popoli” e “gemito della creatura oppressa”. Per Elliot, quindi, queste espressioni possono essere applicate al consumismo (ma in realtà, come per Marx, anche alla religione, da Elliot paragonata a “uno spacciatore che rende schiavi della droga della speranza”).
Alla luce di tutto questo, Elliot, incapace di calarsi nella società a cuasa della sua fobia sociale, diventa la dimostrazione di come sia difficile vivere senza conformarsi alle tendenze della comunità. Tuttavia, non essendo “stordito” dai meccanismi alienanti della società, egli è in grado di vederli dall’alto, ossia di scoprire la verità come il filosofo uscito dalla caverna di Platone, ed è per questo che sente di avere la missione di cambiare il mondo insieme alla fsociety.
Ed è così, grazie al suo connubio tra filosofia, psicologia, politica ed economia, che Mr Robot riesce a raggiungere livelli di profondità e complessità degni di un classico, portando con sé un importante messaggio universale: pur non sapendo se è possibile cambiare il mondo, noi possiamo esserne la parte migliore “perché siamo la parte che ha lottato per esistere”.
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