
Come quasi ogni anno negli ultimi 80 anni ci sono stati i Golden Globe, una delle premiazioni americane più importanti, quest’anno però tra i vincitori è presente un titolo particolarmente caro agli italiani. Nella categoria “film d’animazione” è stato infatti premiato il capolavoro di Guillermo del Toro tratto dal celebre romanzo di Carlo Collodi “Pinocchio”.
Pinocchio, tuttavia, nasce nel 1881 sul settimanale Giornale per i bambini sottoforma di otto capitoli seguitati solo una volta aver ricevuto un lauto compenso. Seppur la storia sia abbastanza semplice e frutto dei desideri dei lettori, pratica sempre più usata nella dimensione fumettistica moderna, Pinocchio raggiunse la funzione pedagogica voluta. Il burattino è infatti un bambino qualsiasi che attraverso un percorso di miglioramento arriva ad essere un bambino per bene. Grazie proprio alla sua efficace semplicità il racconto di collodi raggiunge la casa di ogni italiano prima, e di ogni famiglia al mondo poi.
In seguito, con l’avvento del cinema pinocchio divenne uno dei grandi classici che vennero immediatamente trasposti. La prima versione sul grande schermo, finita, fu “Pinocchio – La chiavetta d’oro” per la regia di Zolotoj Ključik, questo film live action è però figlio della versione rivisitata da Tolstoj. Venne poi realizzato il classico Disney animato entrato nell’immaginario comune.
Con gli anni molti registi tentarono di replicare, o addirittura superare, la portata mediatica del lungometraggio Disney e di avvicinarsi al romanzo originale. La maggior parte delle volte il tentativo fu fallimentare come nel caso del pinocchio di Zemeckis, regista di fama mondiale, o come nel caso della versione di Garrone, regista italiano riconosciuto oltre oceano per “Gomorra”.
Salvo nel 2022 uscire quella che, secondo la critica, è la riscrittura migliore di Pinocchio. Guillermo del Toro e il suo particolarissimo pinocchio, realizzato con la tecnica della stop motion, incarnano perfettamente l’essenza del primissimo burattino seppur stravolgendone la storia, innanzitutto ambientandola in Italia durante il fascismo e introducendo personaggi mai visti, che sono tra l’altro un omaggio a Collodi stesso.
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